La tuta: dal Kensington Market al Festival di Sanremo passando per “Il Piccolo Principe”
- DB
- 8 mar
- Tempo di lettura: 3 min
Preparati perché stiamo per sorvolare 80 anni di storia della moda, partendo dalla letteratura francese e attraversando mezza Europa solo per raccontare le origini della tuta, un capo molto chiacchierato, dai look di Freddy Mercury alla tutina di Achille Lauro. Un altro volo pindarico di Note di Stile, insomma, salendo e scendendo di quota, dai cieli della seconda guerra mondiale alle piste da sci svizzere, fino ad atterrare sul palco di Sanremo.

Partiamo dal 1944, anno della scomparsa di Antoine de Saint-Exupéry, autore di uno dei libri più venduti di sempre: “Il Piccolo Principe”. Nel 1945 il manoscritto originale viene pubblicato a Parigi, facendo scoprire ai francesi la storia di un pilota che sorvola il Sahara, raccontata da un aviatore. Un anno dopo, nel 1946, nasce Freddy Mercury “probabilmente uno dei fondatori del movimento androgino nella moda” secondo Zandra Rhodes, stilista di fama internazionale. Ma diamo tempo a Freddie di crescere, restiamo nel secondo dopoguerra e cogliamo al volo l'occasione per tornare all'aviazione. Nel 1947 un altro aviatore (pluridecorato) si reinventa istruttore di sci, insegnando al jet set europeo come si scivola sulla neve. E non solo. Si tratta di Emilio Pucci, celebre stilista che ha avuto un ruolo fondamentale per la storia di moda che stiamo cercando di raccontare, cioè quella della jumpsuit (che fin'ora abbiamo chiamato “tuta” o “tutina”).

La jumpsuit fu creata nel 1919 per i paracadutisti, studiata letteralmente per saltare (jump) dagli aerei. L'idea originale era venuta a un pittore e stilista futurista che pensò alla tuta come a un indumento semplice e comodo, un capo anti-borghese che Emilio Pucci trasformò in abbigliamento sportivo all'avanguardia, realizzando tute da sci per gli amici. Fu così che si avvicinò al mondo della moda e grazie alle sue jumpsuit continuò a lavorare sul concetto di libertà, utilizzando seta stampata senza pieghe, un tipo di tessuto che gli valse il titolo di "The Prince of Prints". Un altro principe insomma (e nemmeno troppo piccolo) i cui capi non sfilarono solo sulle passerelle: Pucci disegnò lo stemma per la tuta degli astronauti della NASA per la missione Apollo 15 oltre a numerose divise, che ci fanno volare verso gli anni '70, mentre la tuta aderente si prepara a diventare unisex.

Nello stesso periodo, in Inghilterra, i Queen stanno cercando di far decollare la loro carriera. Proprio all'inizio Freddie lavora al Kensington Market, dove gestisce una bancarella. Anche la stilista Zandra Rhodes ha una bancarella nel mercato londinese ma si conosceranno più tardi nel suo studio. Il 1972 è l'anno peggiore in assoluto per i Queen: al primo concerto dell'anno a Londra, il pubblico è di sole 6 persone. Ma non si perdono d'animo e rifiutano un contratto proposto da una casa discografica minore per aspettare una proposta all'altezza delle loro capacità. Non devono attendere a lungo perché l'anno successivo prendono al volo il treno del successo, firmando il loro primo contratto con la EMI. In quegli anni, sempre nel Regno Unito, hostess e piloti della Braniff International Airways indossano divise firmate da Pucci.

Quando Freddie Mercury chiama Zandra Rhodes e le chiede di poter visionare i suoi lavori, lei non sa ancora chi siano i Queen. Lui sceglie un abito bianco con le ali, un pezzo nato come idea per un abito da sposa: il cantante capisce al volo che quell'abito sarebbe perfetto sul palco, in uno dei suoi spettacolari concerti. L'incontro con Zandra è decisivo e segna un netto cambio di stile per tutta la band: negli anni '70 Freddie scopre il glam rock britannico e inizia a sfoggiare tutine aderenti a scacchi, paillettate, colorate e glitterate, un po' come quelle di Bowie e tanti altri, simili anche a quella che Gucci ha disegnato per l'esibizione di Achille Lauro al Festival di Sanremo 2020.

Dal Piccolo Principe al Re Freddie Mercury, torniamo al Festival di Sanremo. Sorvoliamo sul fatto che nel 1984 il festival ospitò i Queen (anche perché li costrinse a cantare in playback) e raggiungiamo il 1958, anno in cui Domenico Modugno vince Festival di Sanremo con “Nel blu dipinto di blu” meglio nota come “Volare”, un successo mondiale. Potremmo fermarci qui ma facciamo un ultimo piccolo viaggio solo per arrivare al 1978, anno in cui pare che Modugno si sia presentato a uno show della radio televisione della Svizzera italiana presentandosi come un aviatore.

Approfitto dell'areo per fare un salto a Zanzibar, più precisamente a Stone Town, città natale di Freddie Mercury, dove nel 2019 è sorto il primo museo a lui dedicato, su iniziativa dell'imperiese Andrea Boero (mi sembra giusto ricordarlo) e di Javed Jaffreji, amico della famiglia del cantante.
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